Spesso, quando parliamo di allenamento della Forza nello
sport, lo facciamo esclusivamente sotto il punto di vista condizionale e della
prestazione e allora, ci troviamo a dover decidere, in base agli obiettivi
che ci siamo preposti, se lavorare sulla Forza Massima piuttosto che
sulla Forza Esplosivo-Reattiva o ancor di più, sulla Forza Dinamica
Massima nonché, all’interno di quale range percentuale andare ad operare su di
esse;
tutto ciò, talvolta siamo portati a svolgerlo tenendo poco a mente anche
l’aspetto Specifico-Funzionale, Preventivo e Riabilitativo che alcuni lavori di
Forza possono perseguire in base anche alla disciplina sportiva che facciamo.
Parimenti, potremmo adottare un simile ragionamento parlando di
Psicomotricità all’interno delle Scuole Calcio, tema assai più importante e
delicato rispetto a qualunque altro, con l’intento di non tendere a distinguere
separatamente il corpo dalla mente bensì di considerarli un unico elemento
all’interno di una Psicomotricità c.d. Funzionale per la crescita del bambino e
non fine a se stessa, dove gli elementi essenziali e meritevoli di attenzione
da parte degli Istruttori e dei Formatori sotto l’aspetto delle attività e
delle esercitazioni da adottare e proporre, devono necessariamente essere
identificati all’interno della sfera senso-motoria, di quella cognitiva e di
quella affettiva di aggregazione e socializzazione, in modo particolare per i
soggetti più chiusi e/o caratterialmente timidi ma non solo.
Ritengo che, così svolgendo tali attività e laddove si abbia il reale
desiderio di prendersi cura dello sviluppo globale dei bimbi, nel tempo,
possano essere corretti anche eventuali difetti posturali che permetteranno,
poi al bambino stesso diventato adolescente, di svolgere sempre meglio anche
esercitazioni tecniche e tecnico-coordinative che lo porteranno, nella fase
finale della crescita e unitamente ad altri ulteriori fattori, a diventare un
giocatore completo.