Oggi non esiste più il calcio di una volta, quello che conta veramente e dal quale hanno origine tutti i sogni di un bambino, quello che inizia dalla “strada” e finisce sui prati la domenica mattina, quello che mi ha portato ad imparare quel poco o quel tanto che so e che mi ha permesso di diventare calciatore prima e allenatore dopo e, non sussistendo più certe condizioni per apprendere, spesso noi allenatori dimentichiamo che in un bambino la tecnica e la tattica devono necessariamente essere inglobate all’interno delle COMPETENZE INDIVIDUALI, quelle competenze che, appunto, noi abbiamo appreso correndo dietro ad un pallone cosi’, come ci veniva meglio, intenti solo a divertirci il più possibile.
Ritengo che il bambino per crescere, non abbia bisogno di aiuti tattici globali o chissà quale altro strano dettame, il bambino deve semplicemente imparare a giocare e, pian piano, abituarsi da solo a risolvere i problemi come, per esempio, quello di trovare la soluzione migliore per saltare l’avversario che si trova di fronte e, compito dell’allenatore, è quello di aiutarlo in questo obiettivo allenando esclusivamente le sue COMPETENZE e null’altro.
Tutto il resto, arriverà col tempo e di pari passo con la sua crescita morfologica e cognitiva.