Nel calcio, come in tutti gli Sport di contatto, può accadere di imbatterci in un infortunio tipico di tali discipline come il trauma cranico;
in questi casi il tempo dell’intervento sul campo nei primi istanti e l’esito del trattamento somministrato sono spesso situazioni associabili ad elementi che, a posteriori, possono pregiudicare il quadro generale del soggetto infortunato come l’ipossia (diminuzione dell’ossigeno) ed il ritardo diagnostico.
L’entità di un infortunio di questo tipo, nei casi peggiori può generare lesioni di vario genere c.d. Cranio – Encefaliche le quali, in base al tempo della loro manifestazione, posso essere classificate come immediate, precoci e tardive.
Tralasciando le lesioni immediate dove è sempre auspicabile l’occhio esperto del medico, possibilmente a bordo campo, possiamo dire che per quanto concerne quelle precoci le caratteristiche principali sono gli ematomi ed il rigonfiamento cerebrale diffuso mentre per le tardive siamo di fronte principalmente a ipertensione endocranica, dovuta anch’essa ad ematomi ma anche ad altri fattori relativi a neoformazioni intracraniche, con possibile conseguenze ischemiche.
Ora, posto che nel caso di un giovane atleta che incorre in un infortunio di questo genere i fattori da considerare sono molteplici, nell’augurio di arrivare a scongiurare qualsiasi complicanza, resta il fatto che l’immediatezza dell’intervento nei minuti successivi all’impatto ed una diagnosi non tardiva sono assolutamente imprescindibili.