Molto spesso,
capita di vedere giocatori in piena efficienza fisica e condizionale
eppure,…..non riuscire ad esprimere appieno le proprie potenzialità nel
momento della competizione sportiva allorché le domande, in siffatte
circostanze, divengono molteplici e sempre più frequenti, oltre che di varia
natura finché, non ci si accorge di quanto certe supposizioni elaborate nell’arco
del tempo unite ad alcune osservazioni, trovino il loro reale fondamento
all’interno della Psicologia e, nel caso di specie, della Psicologia dello
Sport.
Altrettanto spesso e a tal proposito, si parla e si pronunciano termini come
ALLENAMENTO INTEGRATO ma, cosa si intende realmente con questa enunciazione?
Dalla mia esperienza e sulla base di parametri scientifici, per allenamento
integrato si intende un allenamento atto a sollecitare vari elementi:
– condizionale;
– ideomotorio;
– psicologico;
– cognitivo;
nell’ambito di tale suddivisione, è di fondamentale importanza lavorare sulla
motivazione nonche’ comprendere e andare a toccare le corde del giocatore per
indurlo e guidarlo verso una corretta gestione delle emozioni, perché queste
sono le variabili sulle quali lavorare all’interno di un sistema fisico,
tecnico e tattico di perfetto equilibrio, tenendo presente che gli stati
emotivi condizionano moltissimo la prestazione, arrivando addirittura a
modificare il PASSO dell’atleta, con la propedeutica conseguenza che il
giocatore, in questo caso, pur vivendo una condizione di globale efficienza
condizionale, non riesce parimenti a rendersi utile all’interno di un
collettivo dopodiché, il timing della seduta, la biometodologia
dell’allenamento e la giusta strumentazione a disposizione, fanno il resto.